CLAUDIO ROMANO
Come altri
corpi celesti il Pianeta Giove emette intensi segnali radio, nel 1955, Bernard
Burke e Kenneth Franklin del Carnegie Institution of Washington, utilizzando
un’antenna per radio astronomia specifica (chiamata Croce di Mills) scoprirono
che il pianeta Giove emette onde radio a 22.2 MHz.
C.A. Shain, un
astronomo australiano, analizzò delle registrazioni di Giove fatte nel 1950-51
alla frequenza di 18.3 MHz. Trovò che Giove emetteva più rumore radio quando
era rivolto verso la Terra in un particolare,
ciò voleva significare che segnali
radio provenivano da sorgenti localizzate a particolari longitudini,
erano individuate in determinate zone della superficie del pianeta.
Nel 1964 E.
Keith Bigg scoprì una connessione tra le tempeste radio di Giove e la posizione
orbitale del suo satellite Io-Giove, caratterizzato da una magnetosfera. (Per magnetosfera si intende la regione di
spazio circostante un corpo celeste entro
la quale il campo magnetico da
esso generato domina il moto delle eventuali particelle cariche presenti. Il termine è
entrato in uso dopo gli anni cinquanta del XX secolo, quando è stato per la prima volta
proposto dal fisico Thomas Gold.) molto intensa dalla forma a strati toroidale
che discosta dagli altri pianeti per
emissioni sporadiche, polarizzate e molto intense. Ciò fa pensare alla presenza
di meccanismi non termici.
Le radiazioni (burst),
sporadiche, sono il risultato di violenti processi nell'atmosfera del pianeta
collegati al moto del suo satellite Io, ed hanno potenza tale da poter essere
rivelata da dispositivi amatoriali. La magnetosfera di Giove contiene
particelle cariche provenienti dal satellite Io, in aggiunta al vento solare
intrappolato nelle linee del suo campo magnetico. Una densa nuvola di elettroni
forma un anello intorno all’equatore magnetico di Giove. I vulcani di Io
lanciano, con grande potenza, gas elettricamente conduttori verso la zona
interna della magnetosfera
L'energia per l'attività vulcanica del
satellite deriva probabilmente dalle forze di marea sprigionate
dall'interazione tra Io, Giove e altri due satelliti naturali del pianeta,
Europa e Ganimede
L’ascolto di queste
emissioni viene fatto come detto su specifiche frequenze delle onde corte che
corrispondono all’incirca alla lunghezza d’onda di 15 metri.
La NASA nell’ambito dei suoi programmi di divulgazione ha finanziato un
progetto “Radio JOVE Project”destinato alle
scuole questo progetto ha lo scopo di avvicinare i ragazzi all’astronomia in
maniera facile e avvincente.
La
NASA ha predisposto un Kit composto da un ricevitore da una
antenna software sfruttando la scheda audio dei PC per la registrazione dei segnali. Il tutto
facilmente assemblabile anche dai non esperti, grazie alle dettagliate
istruzioni allegate. In particolare il software molto valido, infatti, è un sistema
di visualizzazione e registrazione dei dati ricevuti che, sostituisce i costosi
e ormai obsoleti registratori grafici a carta.
E’ bene ricordare che su Giove
è presente l’'atmosfera è
la più estesa atmosfera planetaria del sistema solare. È composta principalmente da idrogeno molecolare ed elio
- con proporzioni simili alla loro abbondanza nel Sole - con tracce di metano, ammoniaca, acido solfidrico ed acqua;
quest'ultima non è stata finora rilevata ma si ritiene che sia presente in profondità.
Le abbondanze
dell'ossigeno, dell'azoto,
dello zolfo e dei gas nobili sono superiori di un fattore tre ai
valori misurati nel Sole
Su Giove avvengono tempeste potenti, sempre
accompagnate da scariche di fulmini. Le tempeste si formano principalmente
nelle bande e sono il risultato di moti convettivi dell'aria umida
nell'atmosfera, che portano all'evaporazione e condensazione dell'acqua. Sono
siti d’intense correnti ascensionali che conducono alla formazione di nubi
luminose e dense. I fulmini su Giove sono in media molto più potenti che quelli
sulla Terra, tuttavia avvengono con minore frequenza e, quindi complessivamente
il livello medio della potenza luminosa emessa dai fulmini sui due pianeti sono
confrontabili.
Da
analisi statistica delle emissioni radio di Giove registrate a Terra, si scopre
che queste tempeste avvengono con alta probabilità quando Io, una delle lune di
Giove, si trova in una certa posizione intorno al pianeta. Per questo
motivo tali tempeste si chiamano IO-A. Le tempeste IO-A si
percepiscono a terra come segnali che ricordano il rumore delle onde del mare
(si tratta cioè di Long-Bursts).
Generalmente si è notato il periodo
estivo, il monitoraggio di giove non è
indicato quando a un maggiore apporto di radiazione solare ultravioletta
corrispondono un incremento della densita' elettroni, la ionosfera puo' restare
attiva anche in ore notturne, ostacolando, di fatto, l'attivita' di Giove
spinge molti radio-astrofili a prediligere la stagione invernale per osservare
Giove.
E’
facilmente intuibile che per noi radioamatori tale attività possa essere
facilmente percorribile considerato i
mezzi che occorrono, radio antenne e PC
….e tanta pazienza.
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