In questa breve esposizione tralasciamo le annotazioni specificatamente
tecniche del RADAR per parlare della storia di questo strumento che in tempo di
guerra si mostrò importante e di ausilio per gli eserciti delle nazioni che lo possedevano.
Il termine
"RADAR" fu coniato nel 1940 dalla marina militare degli Stati Uniti d'America
come acronimo
dell'inglese
"radio detection and ranging" (traduzione
letterale: "individuazione e misurazione di distanza via radio"). (Treccani)
In italiano il termine esatto sarebbe “radiogoniometro In Gran Bretagna il
radar fu chiamato "RDF", acronimo dell'inglese "range and
direction finding" (traduzione letterale:
"individuazione di distanza e direzione").
Il
funzionamento del radar si basa sul fenomeno fisico della dispersione
della radiazione elettromagnetica (backscattering) quando questa colpisce un
oggetto di dimensioni maggiori della lunghezza d'onda della radiazione
incidente (in caso contrario si ha diffusione dell'onda in una qualsiasi
direzione casuale oppure diffrazione).
In generale un radar può essere monostatico,
ovvero con un sola antenna trasmittente/ricevente, oppure bistatico/multistatico, ovvero con due o più antenne, di cui una preposta
alla trasmissione del segnale e le altre preposte alla ricezione dell'eco
scatterato e che possono essere sparse su un territorio, quindi anche molto
distanti dalla prima. Si distinguono inoltre radar ad impulsi e radar ad onda continua. I radar progettati per il
monitoraggio costante della velocità radiale di un target, oltre che della
posizione, sfruttano l'effetto Doppler
e vengono perciò detti radar Doppler.
In effetti Il radar
è un sistema che utilizza onde elettromagnetiche appartenenti allo spettro delle onde radio o microonde
per il rilevamento e la determinazione (in un certo sistema di
riferimento) della posizione di
oggetti Molti furono gli scienziati concorsero
allo sviluppo del radar. Il primo ad usare le onde radio per segnalare «la
presenza di oggetti metallici distanti» fu Christian Hülsmeyer, il quale nel 1904 dimostrò che era possibile
rilevare la presenza di una nave nella nebbia, ma non ancora la sua distanza.
Anche Nikola Tesla dette il suo
contributo. Nell'agosto del 1917 fu il primo a stabilire i
principi del funzionamento delle frequenze e del livello di potenza dei primi
radar.
In Italia lo studio di tale strumento fu
affidato all'ing. Ugo Tiberio,
un ufficiale della Marina laureato in ingegneria, che negli anni portò avanti
le ricerche e realizzò diversi prototipi, su consiglio di col. Luigi Sacco e Guglielmo Marconi.
Nel nostro paese però si dovettero aspettare delle sconfitte navale perché si
desse un impulso economico alla ricerca. Dopo la disfatta nella battaglia di
Matapan la ricerca sul radiotelemetro ebbe finalmente i fondi necessari per
realizzare i primi radar italiani, denominati Gufo e
Folaga. Come è stato più volte ricordato gli impulsi maggiori per la ricerca
avvengono in tempi di guerra. Anche se i benefici si hanno in campo civile. Un
applicazione del Radar che non sia
militare è per esempio in Meteorologia per individuare in anticipo evolversi
del tempo meteorologico. Questo è una particolare tipologia di radar utilizzato in meteorologia
per la rilevazione delle idrometeore (pioggia, neve, grandine o
pioggia ghiacciata) permettendo di calcolarne il moto, valutarne il tipo,
l'intensità e predirne posizione futura e relativa intensità, specie nelle previsioni meteorologiche a brevissima
scadenza (nowcasting)
I
radar meteorologici moderni sono soprattutto del tipo radar doppler,
in grado di rilevare il moto delle goccioline di pioggia o cristalli di neve e
determinare l'intensità della precipitazione. Entrambi i tipi di dati possono
essere analizzati per determinare la struttura dei temporali e
la loro capacità di creare tempo fortemente perturbato o addirittura pericolo
per la navigazione aerea. La diffusione dei dati sul tempo in atto tramite il
radar e la previsione meteorologica a brevissima scadenza (meno di 3
ore) sono dette nowcasting.
In campo civile del
Radar è usato per il controllo del traffico aereo civile, e il
controllo delle velocità automobili
. Bibliografia:
Merrill I. Skolnik, Introduction
to Radar System ,Nerio Neri I4NE, Antenne: linee e propagazione: 1º
Volume Funzionamento e progetto, Nerio Neri I4NE, Antenne 2ºVolume:
Progettazione e costruzione , Benjamin Rulf, Gregory A. Robertshaw, Understanding
Antennas for Radar, Communications, and Avionics
Claudio Romano
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