giovedì 13 febbraio 2020

Intorno alle onde VLF


Appunti sulle onde VLF


Very low frequency o VLF[1] (in inglese frequenza molto bassa) è il nome che convenzionalmente è stato assegnato alle radiofrequenze comprese tra 3 e 30 kHz, cui corrispondono lunghezze d'onda tra i 100 e 10 chilometri. Le VLF sono onde caratterizzate da una proprietà specifica sono molto sensibili alle perturbazioni atmosferiche. Proprio per questa ragioni sono idonee per poter effettuare dei specifici test, studi sui fenomeni atmosferici

Very low frequency o VLF (in inglese frequenza molto bassa) è il nome che convenzionalmente è stato assegnato alle radiofrequenze comprese tra 3 e 30 kHz, cui corrispondono lunghezze d'onda tra i 100 e 10 chilometri. Dal momento che per segnali radio trasmessi tramite queste frequenze non è disponibile un'ampia larghezza di banda, le VLF vengono impiegate per trasmettere informazioni molto semplici, come quelle utilizzate per la radionavigazione.

 Gli utilizzi di queste Onde Radio sono le seguenti sono per le comunicazioni radio con sottomarini con il sistema OMEGA utilizzato dagli U.S.A. ed il sistema ALPHA usato dall’ ex URSS (11.905- 12.649) poiché si propagano in maniera ottimale nell’acqua. L’utilizzo delle VLF per una normale trasmissione radio non è adoperato poiché risultano molto rumorose ed hanno necessita di antenne molto voluminose.
 Come è noto le trasmissioni in VLF sono molto particolari. Le caratteristiche peculiari di queste bande sono quelle di un’alta capacità di penetrazione nei materiali solidi, di contro sono molto sensibili ai disturbi atmosferici.
 Per queste caratteristiche sono idonee per monitoraggio i fenomeni atmosferici ed anche per analisi elettromagnetiche.
Per i radioamatori che non si limitano al mero collegamento DX si possono affacciare interessanti orizzonti per la sperimentazione che può essere praticata con poco impegno economico.



Nello specifico qui di seguito descriviamo sinteticamente le caratteristiche dei “disturbi” che possono essere ascoltati ed utilizzato su queste gamme:
 Statiche o sferiche sono “scoppi” che si verificano intorno a 15khz e sono prodotti da fulmini a notevole distanza in Km.
 Whistler sono simili a fischi su 5 kHz. Secondo una teoria tale fenomeno permette di comprendere l’energia di un temporale al di sopra della ionosfera
 Tweek sono il risultato della propagazione di temporali distanti anche migliaia di Km. Strato E in genere si evidenziano con un rumore simile ad un cinguetti ad una frequenza di 1700 Hz. Qui Parliamo di “ascolto” di come rilevare i fulmini, più precisamente parliamo di riconoscere, attraverso un attento ascolto della radio un determinato segnale che è prodotto dalla scariche elettriche dato da un fulmine. In AM (Ampiezza Modulata) sulle Onde Medie è possibile riconoscere temporali a distanza di circa 100 Km di giorno mentre di notte si possono raggiungere distanze di circa 300-400 Km ca. I temporali si manifestano a distanza relativamente breve Il temporale è molto vicino quando, per esempio come quelle emittenti abbastanza chiare e forte, come quella della RAI subiscono disturbi come fruscii   L’ascolto delle VLF è particolarmente interessante per alcuni motivi: - la semplicità con la quale è possibile costruirsi un buon ricevitore. Per l’ascolto dei fulmini risulta sufficiente un antenna a stilo e un ricevitore è ovvio che se siamo dotati di un ricevitore con uno strumento “S-meter” ed una antenna direttiva abbiamo la possibilità di individuare la direzione del temporale

Rilevamento dei fulmini in modo professionale
Il CESI[2] che rileva le scariche mediante un sistema di ricerca denominato SIRF (Sistema Italiano Rilevamento Fulmini). I segnali vengono ricevuti da più antenne direttive contemporaneamente in questo modo è possibile Individuare i segnali dei temporali a diverse distanze. Nel 1994 CESI ha realizzato una rete di sensori di fulmine, denominato SIRF (Sistema Italiano Rilevamento Fulmini), e ad oggi possiede una lunga esperienza nella conduzione dei sistemi di rilevamento e nell'analisi dei dati. SIRF è una rete a livello nazionale, unica in Italia, per la rilevazione in tempo reale e per la localizzazione spaziale delle scariche di fulmine sviluppatesi tra nubi e suolo. Il CESI collabora in Europa con altri centri tramite una rete  EUCLID European Cooperation for Lightning Detectio Di questa rete fanno parte: Italia, Austria, Germania, Slovenia, Polonia, Benelux, Norvegia, Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Repubblica Ceca, Svezia, Ungheria Estonia., Norvegia
Concludiamo questo breve excursus sulle onde VLF ricordando ancora che queste sono utili anche per il monitoraggio per i “precursori sismici” e Radio natura è una vasta gamma di emissioni EM a bassa frequenza legate a fenomeni naturali. Gran parte di questa radiazione rientra nella banda delle frequenze acustiche.
Attraverso la ricezione di questi segnali si può seguire, in parte, l’attività geofisica della Terra ed è in via sperimentale in grado di annunciare i fenomeni sismici. Infatti è dimostrato che lo strofinio delle rocce nel sottosuolo provoca un emissione di onde elettromagnetiche. Con alcuni apparecchi è possibile rilevare queste frequenze (naturalmente non si tratta solo di rilevare il segnale delle onde. Ma convertirlo in segnale elettrico per essere “trattabile” dal ricevitore e diverse altre cose) e secondo gli esperti con una rete abbastanza espansa sul territorio sarebbe possibile prevedere gli eventi sismici.  Questa è un’attività che interessa anche i radioamatori che si sono impegnati a costruire idonee apparecchiature atte a registrare questi fenomeni sismici alcuni resoconti di queste iniziative sono disponibili online.


[1] La banda viene anche chiamata "banda miriametrica" o delle "onde miriametriche", dal nome del miriametro, un'unità di misura obsoleta pari a 10 chilometri

[2] Cesi, Centro elettrotecnico sperimentale italiano, società per azioni italiana fondata nel 1956 che si occupa di prove e certificazioni di apparati elettromeccanici e di consulenze sui sistemi elettrici.

Nessun commento:

Posta un commento

Modi digitale

  Claudio Romano Forse non tutto ciò che codifichiamo da una radio per mezzo di una interfaccia è “digitale”, per meglio dire è stato c...